…
Ma tanto è in utile fare il gioco del
se. Se, se, se... le cose vanno come devono andare. E a volte va a
finire che proprio con le persone più miti e inoffensive, proprio
con coloro che potrebbero aiutarci a vivere meglio, noi ci
permettiamo di essere scortesi, bruschi, inospitali: mettiamo un
muro, ci voltiamo dall'altra parte, opponiamo insomma un netto e
insindacabile rifiuto, impedendoci così, probabilmente, di trovare
quella felicità che sarebbe a portata di mano e che invece noi
andiamo, come mendicanti cechi, vanamente cercando altrove, nei posti
sbagliati; onde poi fortemente lamentarci di come ingiusta sia la
nostre sorte, e ingenerosa, e ostile.
…
Così fece: accetto gli inviti. E
cominciò a intrattenere gli sconosciuti che le avevano chiesto
l'amicizia. Perché no? Era un coraggio da parte sua, un segno di
fiducia che concedeva alla vita.
Perché avere sempre diffidenza, temere
gli altri, rinunciare? La vita va presa di petto, senza ritrarsi. È
come un'onda, ci devi andare contro, attraversarla, buttarti dentro.
Se invece te ne stai dritto davanti fermo, e la temi, l'onda ti
travolgerà l'aveva visto tante volte al mare, che solo chi è
impavido e si tuffa ne viene fuori. E lei così voleva fare.
…
( “Facebook in the rain” di Paola Mastrocola)
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