"Sai cos’è un amico? Uno che non ti vede come un rosario su cui sgranare le proprie assoluzioni, ma come qualcosa di complicato e doloroso che cammina insieme a te, qualcosa che non capisci mai fino in fondo e che ti invade. Mentre tu parli io mi alzo da quella sedia e vado a vedere il mondo. Mentre io parlo tu ti siedi e scopri che sei muto e senza fiato, con la testa inchiodata e le mani incapaci di parare i colpi. Poi la vita ci darà strade diverse. Tu prenderai tutta la gioia che puoi, io mi accontenterò di sognare a una finestra, tu soffrirai per piccoli grandi dolori, io ti invidierò per questo. Il luogo ove si incontrano la nostra amicizia e la nostra invidia è un luogo raro, e basterebbe che tu lo ricordassi sempre perché io sia, una volte per tutte, rispettato."
e invece non è che uno sperpero di stagioni inutili e di anni andati
via davanti a un calendario e la colpa è soltanto mia."
"Io odio le bugie, le detesto, non le posso
sopportare; non perché sia più sincero di voi, ma semplicemente
perché mi fanno orrore. Nelle bugie c’è qualcosa di mortale,
qualcosa che sa di morte: proprio ciò che più detesto al mondo e
che voglio assolutamente dimenticare. E’ qualcosa che mi rende
infelice e che mi fa male, come mettere tra i denti qualcosa di
marcio. Penso che sia una questione di carattere."
Ma tanto è in utile fare il gioco del
se. Se, se, se... le cose vanno come devono andare. E a volte va a
finire che proprio con le persone più miti e inoffensive, proprio
con coloro che potrebbero aiutarci a vivere meglio, noi ci
permettiamo di essere scortesi, bruschi, inospitali: mettiamo un
muro, ci voltiamo dall'altra parte, opponiamo insomma un netto e
insindacabile rifiuto, impedendoci così, probabilmente, di trovare
quella felicità che sarebbe a portata di mano e che invece noi
andiamo, come mendicanti cechi, vanamente cercando altrove, nei posti
sbagliati; onde poi fortemente lamentarci di come ingiusta sia la
nostre sorte, e ingenerosa, e ostile.
…
Così fece: accetto gli inviti. E
cominciò a intrattenere gli sconosciuti che le avevano chiesto
l'amicizia. Perché no? Era un coraggio da parte sua, un segno di
fiducia che concedeva alla vita.
Perché avere sempre diffidenza, temere
gli altri, rinunciare? La vita va presa di petto, senza ritrarsi. È
come un'onda, ci devi andare contro, attraversarla, buttarti dentro.
Se invece te ne stai dritto davanti fermo, e la temi, l'onda ti
travolgerà l'aveva visto tante volte al mare, che solo chi è
impavido e si tuffa ne viene fuori. E lei così voleva fare.
E’ Natale da fine ottobre. Le lucette si accendono sempre prima, mentre le persone sono sempre più intermittenti. Io vorrei un dicembre a luci spente e con le persone accese.
Charles Bukowski
... e poi passato dicembre ... il
2013
L'anno nuovo
Indovinami, indovino,tu che leggi nel destino:l’anno nuovo come sarà?Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.
"Nei miei ripetuti studi sul comportamento degli umani, avevo scoperto che potevano mettercela tutta, ma non sarebbero mai riusciti ad impedire l’arrivo del lunedì mattina. Ci provavano, ovviamente, ma il lunedì arrivava lo stesso e a tutti gli sgobboni toccava precipitarsi di corsa verso quella piatta routine di duro lavoro angosciante ed insensato." Jeff Lindsay, “Dexter l’oscuro”
Stamattina ore nove visita cardiologica sotto sforzo per mia mamma classe 1943
un infermiera mi ferma e mi dice:
“ Ho sgridato sua madre, se lei è la figlia lo dico anche lei, si deve mettere in riga è ipertesa deve dimagrire, deve volersi più bene, camminare veloce almeno tre ore a settimana, che i nipoti e i figli si arrangino!”
Rientriamo a casa accediamo la tele: nessuno a detto a Lucio di volersi più bene?
("Ma l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale.")